Autrice: Alessia Guarnaccia

Vago ma eccitante” (“vague but exciting”) fu la nota che Mike Sendall scrisse sulla proposta che nel Marzo 1989 gli arrivò, sottoposta dal suo collaboratore al CERN (Conseil Européen pour la Recherche Nucléaire) Tim Berners-Lee. Una proposta di gestione per risolvere i problemi (che avevano in laboratorio) “di perdita di informazioni in sistemi complessi in evoluzione”, da cui derivava una soluzione basata su un “sistema ipertestuale distribuito”.

Il 12 novembre 1990 Berners-Lee e un collega, Robert Cailliau, approfondirono quel documento, elaborandone una versione “più corposa che coniò il nome WorldWideWeb“. Sendall la approvò e fu acquistato un computer NeXT ad alte prestazioni (progettato per il lavoro tecnico e scientifico) che divenne il primo server web al mondo (LINK) e che fu utilizzato anche per scrivere il primo browser mai realizzato (il WorldWideWeb appunto, in seguito ribattezzato Nexus per non confonderlo con quella che poi divenne larete di ampiezza mondiale“: il Web). Il 6 agosto 1991, persone al di fuori del CERN ottennero per la prima volta l’accesso al Web come un servizio pubblico (LINK), che sfruttando internet, permettesse il trasferimento e la visualizzazione dei dati sotto forma di ipertesto (LINK).

Con il popolamento del World Wide Web iniziò un’evoluzione che portò a cambiamenti, sempre più percepiti, nell’uso non solo di servizi digitali, ma anche di beni fisici, oltre che nei comportamenti quotidiani delle persone.

Nel “primo web”, anni ‘90 del secolo scorso, le pagine in rete erano statiche e la comunicazione nei confronti dell’utente, monodirezionale e gerarchica. Successivamente, agli inizi degli anni 2000, il web fu chiamato “dinamico” o “Web 2.0” a sottolineare il cambio di paradigma che consentiva all’utente di interagire in maniera attiva con i database delle applicazioni, generando condivisione e partecipazione (iniziava l’era del contenuto generato dagli utentiuser generated content, UGC; l’epoca dei social network).

Oggi l’evoluzione di internet è supportata da tecnologie come la blockchain, l’intelligenza artificiale (AI), il machine learning (ML) e promette trasformazioni radicali verso la decentralizzazione, l’estrema personalizzazione delle interazioni, l’autonomia nella proprietà di dati e applicazioni. Uno scenario dai contorni ancora non definiti, ma pronto a svelare profondi cambiamenti rispetto a quanto finora conosciuto.

A voler sottolineare la trasformazione in atto, dirompente pur nella continuità di un’evoluzione mai interrotta, è stato coniato (da Gavin Wood) il termine web3 inteso come «una sorta di visione alternativa del web, in cui i servizi che utilizziamo non sono ospitati da singole società di fornitura, ma piuttosto sono cose puramente algoritmiche che sono, in un certo senso, ospitate da tutti, …e quindi, nessuno ha davvero alcun vantaggio rispetto a nessun altro…» (Wood – LINK).

A definire il paesaggio all’orizzonte, concorrono le tecnologie sopra citate e gli utilizzi delle stesse nelle applicazioni concrete che nel tempo stanno prendendo forma.

La sempre più crescente capacità delle macchine di comprendere dati e contenuti creati dagli esseri umani grazie all’analisi dei Big Data (Big Data Analytics), all’Artificial Intelligence, al Machine Learning, al Deep Learning, sta rendendo possibili interrogazioni del web (intuitive e pertinenti) prima impensabili, così da guidare l’ineludibile perfezionarsi del cosiddetto web semantico (Semantic Web). Si stanno affinando progressivamente le dinamiche di interazione degli assistenti virtuali (es. Alexa, Siri) con le persone, attraverso avanzati meccanismi di elaborazione del linguaggio naturale (Natural Language ProcessingNLP); si sta materializzando la capacità “di prevedere i desideri e il comportamento umano elaborando enormi volumi di dati in tempo reale”, informazioni raccolte e gestite, grazie all’Internet of Things (IoT), anche tramite gli oggetti fisici di uso quotidiano.

«Ho un sogno per il Web [in cui i computer] diventano capaci di analizzare tutti i dati sul Web: il contenuto, i collegamenti e le transazioni tra persone e computer. Un “Web semantico”, che lo rende possibile, deve ancora emergere, ma quando lo farà, i meccanismi quotidiani del commercio, della burocrazia e della nostra vita quotidiana saranno gestiti da macchine che dialogano con le macchine. Gli “agenti intelligenti” che le persone hanno propagandato per secoli finalmente si materializzeranno» (Berners-Lee, 1999).

La stessa interfaccia con il web (e con le macchine in generale) (UI – User Interface; UX – User Experience) sta mutando profondamente, attivando meccanismi ed esperienze sempre più intuitive, integrate, coinvolgenti, immersive. Realtà virtuale (Virtual Reality – VR), aumentata (Augmented Reality – AR), mista (Mixed Reality – MR), ibrida (Hybrid Reality – HR), estesa (Extended reality XR) e tecnologie correlate, contribuendo ad una sempre maggiore mescolanza tra digitale, virtuale e materiale, stanno abilitando concretamente il “continuum realtà-virtualità” e, aprendosi gradualmente le porte del cosiddetto Metaverso, si va a definire un nuovo modo di essere ed agire nel web e non solo.

Una tecnologia considerata fondamentale in questo nuovo stadio evolutivo del web è la blockchain, inclusa nella categoria più generale della Distribuited Ledger Technology: i cosiddetti DLT, definiti come “sistemi basati su un registro distribuito…in cui tutti i nodi di una rete (un network peer-to-peerP2P) possiedono la medesima copia di un database…e in cui le modifiche al registro vengono regolate tramite complessi algoritmi di consenso”, oltre che tracciate senza possibilità di manomissioni. La blockchain, abilitando soluzioni che non comportano la necessità di intermediari (terze parti) di fiducia per la validazione delle transazioni, ha consentito la nascita sia di strumenti di pagamento sia di asset univoci da trasferire (“nativamente digitali oppure fisici con un corrispettivo digitale”) che hanno preso la forma di criptovalute (Bitcoin, Ether, Binance Coin, Tether etc.) o di token (ad esempio i non-fungible token – NFT), così da permettere il prosperare di veri e propri sistemi economici reali e virtuali (virtual economy), concretizzando anche forme della cosiddetta token economy.

Lo scenario del web3 è visto come strettamente connesso alle caratteristiche intrinseche della Blockchain; per cui la decentralizzazione, l’“immutabilità” del registro, la tracciabilità, la disintermediazione, la trasparenza, la verificabilità saranno aspetti fondanti del nuovo web, unitamente alla possibilità di poter trasferire valore in un contesto di consensosenza che vi siano relazioni di fiducia pregresse”. Tutto ciò permette di immaginare il web del futuro come un’“intelaiatura” di relazioni economiche e sociali tra uomini e interazioni uomo-macchina ancora più pervasiva di quella odierna, ma nel complesso più libera e autonoma da gruppi di potere centralizzati, con una proprietà più distribuita dei dati, con conseguente maggiore autonomia nelle scelte dei singoli.

Smart contract, app decentralizzate (Decentralized App – dApps) e altre soluzioni correlate alla tecnologia blockchain stanno definendo nuovi prodotti, servizi, ma anche sistemi di aggregazione e collaborazione (un esempio le cosiddette organizzazioni autonome decentralizzate – Decentralized autonomous organization – DAO) la cui impronta digitale è strettamente connessa alla nuova forma che avrà il web.

Un ulteriore aspetto abilitante del nuovo stadio di sviluppo del web è considerato il cosiddetto Edge Computing, un modello di calcolo distribuito nel quale l’elaborazione dei dati avviene il più vicino possibile a dove essi vengono generati, migliorando i tempi di risposta, risparmiando sulla larghezza di banda…portando considerevoli vantaggi in termini di latenza, riduzione di traffico e maggior resilienza in caso di interruzione nella connessione dati. Questo modello è visto come una importante soluzione per sostenere la capacità computazionale necessaria per analizzare i dati raccolti dai miliardi di sensori IoT che popoleranno case, luoghi pubblici, infrastrutture.

E’ opinione diffusa che la trasformazione non sarà repentina e radicale e che i vari stadi evolutivi del web coesisteranno per molto tempo. Probabilmente in un futuro lontano potremmo ammirare, come esseri umani, la stessa stratificazione che oggi vediamo nei siti storici, quando apprezziamo l’inventiva e la capacità costruttiva dei nostri antenati che si sono susseguiti nel corso delle varie epoche. Intanto, come è sempre accaduto per la nostra specie, possiamo, con impegno, portare avanti il nostro compito con quella stessa curiosità e desiderio di conoscenza che ha sempre contraddistinto la parte più umana di noi.

Link iscrizione evento: http://app.singularityumilan.com/event/incontro-45/info

References:

Berners-Lee T.J., Cailliau R. , Groff J-F, Pollermann B., CERN, “World-Wide Web: The Information Universe“, published in “Electronic Networking: Research, Applications and Policy“, Vol. 2 No 1, Meckler Publishing, Westport, CT, USA,1992

Voshmgir S., Token Economy: how the Web3 reinvents the Internet (token economy: how the web3 reinvents the internet, Token Kitchen, 2020

René G., Mapes D., Samit J., The Spatial Web: how Web 3.0 will connect humans, machines, and AI to transform the world, 2019

Anderson A., Web3 – The Decentralized Web – The Complete Guide: Why the Decentralized Web3 is The Future [dApps, Smart Contracts, Decentralization, NFTs, Blockchain], 2021

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